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“VATTI A COLICO A CAMPAR, LA C’E’ SEMPRE QUALCJHE COSA DA IMPARAR”

da | Gen 8, 2022

“VATTI A COLICO A CAMPAR, LA C’E’ SEMPRE QUALCJHE COSA DA IMPARAR”

di Capovaccaio Burbero

Così recita la strofa della celeberrima canzone dell’ASCI, quando a Colico si forgiavano le menti e le ossa dei Capi Scout di un tempo. Era un monito, un invito a frequentare i campi scuola.

Cosa è un campo scuola scout? E’ una esperienza fortissima, il coronamento di una preparazione, di un iter, che ti forma ufficialmente come Capo Scout. Non è una proforma, non si va al campo scuola perché poi ti rilasciano il titolo, l’investitura di Capo Scout: anzitutto si deve essere intimamente convinti di quello che si fa, intimamente convinti che il Capo Scout è un servitore e non un Generale: troppo spesso si ingenera questo tipo di confusione. Convinti del servizio, poi, si deve essere convinti anche di un’altra cosa: che “c’è sempre qualche cosa da imparar”, proprio come diceva, non a caso, la canzoncina di cui al titolo.

Il Campo Scuola va preso con zelo, ma con estrema umiltà e senza pregiudizi, con la consapevolezza che è una cosa che deve essere fatta per completarsi, per poter avere quella marcia in più, per spiccare come Capo.

E’ normale che si riconosca, soprattutto in scouting, nel modo di fare, nel modo di educare, nell’intima convinzione educativa, il Capo che ha frequentato i Campi Scuola da quello che non li ha frequentati: è come mettere a confronto un pezzo d’argilla deforme ed uno che è passato sotto le mani dell’artigiano, che è stato cotto al forno e che è stato colorato: c’è un abisso di fondo. Qualcuno, tempo fa, parlandone, mi tirò fuori il paragone dell’ufficiale uscito dall’Accademia di Modena e quello che invece ha fatto un corso integrativo, passando dal ruolo speciale: fermo restando che lo scoutismo non è militarismo e che il Capo non è un Ufficiale bensì un fratello maggiore che si fa amare e rispettare per quello che fa e la persona che è e non per il ruolo che ricopre, il paragone lo posso accettare di buon grado, sebbene dia molto forte. Ma se può servire a far comprendere meglio la differenza tra il Capo che ha frequentato i campi scuola da quello che invece è passato dalla sola fucina del proprio gruppo, allora va bene.

Personalmente provai sulla mia pelle quello che significava il Campo Scuola: ero un capo riparto ormai abbastanza rodato quando, nel 1997, decisi che era ormai per me giunta l’ora di affrontare il discorso “campo scuola”: avevo già diversi anni come capo riparto alle spalle e, da quando ero passato novizio nei rovers nel 1989, non avevo fatto altro che aiutare i capi branca osservando come si faceva, finché, nel 1993, mi era stato dato proprio il Riparto.

Era appunto il 1997 ed insieme ad altri Capi Scouts stavamo fondando un nuovo gruppo da zero: ci voleva molta esperienza! Tra l’altro il gruppo al quale appartenevo aveva bisogno di capi brevettati, perché l’Associazione premeva, giustamente, in questo senso, quasi minacciando di far chiudere il gruppo qualora non ci fossimo messi in regola. Nonostante tutto, nessuno dei miei Capi premeva affinché io andassi al Campo Scuola, ma sentivo che era giunto il momento, pur avendo un certo timore. Uno dei miei capi, il carissimo Lupo Grigio, mi redarguì e rassicurò dicendomi pacatamente: “non ti preoccupare, Leonardo: il Campo Scuola è una esperienza bellissima e va presa per quello che è. Non ti crucciare, perché non è poi così duro come lo si vorrebbe far credere: sono solo leggende metropolitane. Non te ne accorgerai nemmeno”.

Partii per Campo Scuola (FSE), ma subito mi accorsi che le cose non stavano proprio così: era dura eccome: compresi che nessuno mai ci avrebbe “bocciati”, “respinti” o quant’altro, ma mi accorsi anche che, il primo giorno, alcuni “allievi” riprendevano il proprio zaino e prendevano commiato da soli: i Capi, con lungimiranza, ti facevano comprendere nel tuo intimo se eri pronto ad una simile esperienza e te ne andavi da solo, perché non ti sentivi pronto: la scrematura era proprio come prevista dallo scoutismo: naturale, indolore, introspettiva.

Io andai avanti, mi sentivo veramente pronto, anche se i tempi erano serrati, le chiacchierate, le sessioni educative, le attività, veramente stimolanti ma stancanti, massacranti, continue ed estenuanti. Ma mi accorgevo che un solo giorno di Campo Scuola, per assurdo, valeva quanto un anno di esperienza svolto nella propria unità: non ho mai provato questa sensazione: una valanga di nozioni, di insegnamenti, di “dritte”. Mi sentivo investito da un’ondata di alto scoutismo fuori della norma, veramente puro, genuino.

I Capi Campo erano veramente dei “pozzi di scienza” e sul mio quaderno di caccia cercavo di imprimere nero su bianco più nozioni possibile: NATURA, SCOUTING, NODI, SEGNALAZIONE, MORSE, PRONTO SOCCORSO, L’ASSOCIAZIONE, PEDAGOGIA, PSICOLOGIA, STORIA DELLO SCOUTISMO, CATTOLICESIMO E CATECHESI, GIOCHI, ANIMAZIONE… Queste alcune delle innumerevoli “materie” che si andavano ad insegnare alle squadriglie di allievi increduli su come potesse essere questo Campo Scuola. Ed era solo quello di Primo tempo! Il nostro era il sottocampo Brownsea.. Giù sotto a noi c’era il sottocampo Mafeking.

E’ pur vero che quando tornai presi il caro Lupo Grigio da parte, apostrofandolo con un “…tacci tua! Lo sapevi che ci avrebbero fatto un mazzo così, vero?” – Ma Lupo Grigio, sorridente, mi spiegò che non mi poteva mica dire che il Campo Scuola era bello e durissimo allo stesso tempo, altrimenti forse mi sarei spaventato e non ci sarei andato.

Ma a distanza di anni, compiuto il mio iter formativo conquistando anche il secondo tempo, mi sono reso veramente conto di quello che sia il Campo Scuola, di che stupenda esperienza possa risultare.

Ogni volta che sono tornato da un campo scuola, nel mettere in pratica di fronte non solo al mio gruppo, ma anche davanti ad altri gruppi (mi ricordo una volta a Terni in un Meteeng di Alte Squadriglie) un solo sprazzo di quella scienza infusa in me dai campi scuole, vedevo esploratori e capi meravigliati, increduli, incantati, mentre quelli che avevano frequentato i campi scuola se la ridevano e mi guardavano con complicità come se mi volessero dire: “ah, malandrino!”

E pensare che per un periodo fui contrario ai Campi Scuola: “Cosa mai mi possono insegnare che già non so?” – Ma non era così.

Questo mi fa sorridere perché conosco un Capo, che pur proviene dalla vecchia ASCI, che ora ha circa 65 anni, che quando sente parlare dei Campi Scuola tuona sempre così: “Ma che campi scuola e campi scuola! Io non ci sono mai andato! Non mi deve insegnare niente nessuno! Io dalla mia ho una esperienza di anni ed anni alle spalle, mi sono formato da solo! Ho sempre fatto da me!” – E infatti si vede, soprattutto per gli errori di applicazione del Metodo che mette in essere. Non sono mai riuscito a fargli capire che, con un pizzico di modestia in più, sarebbe potuto partire anche lui.

Un’altra esperienza ho da raccontare: sempre anni or sono, entrarono nelle file del mio gruppo scout di allora dei genitori che mai avevano “masticato” di scoutismo: volevano diventare capi scouts: subito Lupo Grigio si mise in moto e, tra un colpo di tosse e l’altro (ex fumatore incallito) li mise sotto ad un tour de force di Formazione Capi micidiale: in pochi mesi li redarguì su tutto, gli insegnò in teoria e sul campo quello che andava saputo poi un giorno, quando quei genitori ormai fremevano per andare in prima fila con i ragazzi, disse loro: “io ho gettato le basi per farvi diventare capi scouts, anche se vi siete persi l’esperienza da lupetto, da esploratore e quella del roverismo: potrete essere accorati quanto volete ma non comprenderete mai cosa significhi essere un capo squadriglia. Comunque io ho gettato le basi: ora per me potete andare”

I genitori si stavano già incamminando, novelli capi scouts, per fare i loro programmi e prendere in mano chi il ruolo di aiuto capo, chi l’unità stessa, visto che erano vacanti diversi “posti” da capo unità.. Erano entusiasti di cominciare, ma Lupo Grigio così tuonò: “Ma dove andate, che avete capito? Io ho preparato in voi le basi e siete pronti si, ma per il CAMPO SCUOLA! Io non mi posso sostituire ai campi scuola e voi li dovete fare! Avete perso gli anni più belli dello scoutismo: adesso vo volete perdere anche il campo scuola?”

Così fu: quasi tutti ci andarono, ma alcuni di essi ne uscirono con le ossa rotte e compresero che lo scoutismo davvero non era per loro!

Il Campo Scuola è l’essenza di tutto, la ciliegina sulla torta, la fase ultima ma più importante della preparazione di un Capo Scout.

Non si può dire che il Campo Scuola è superfluo, né che non se ne abbia bisogno perché si è già imparati: ci avete mai pensato? B.P. stesso, come prima cosa, per testare sul campo lo scoutismo, organizzò un campo: un Campo Scuola: il primo campo scuola sperimentale della storia: quello di BROWNSEA! E noi non ne dovremmo aver bisogno? Il Campo Scuola è anche un modo per sterzare le proprie idee personali, al fine di farle tornare al metodo originario: è un ritorno alle origini: è al Campo Scuola, inoltre, che si conosce al meglio la propria Associazione, i suoi dettami, le sue linee direttive: è al Campo Scuola che si fanno conoscenze che poi, chissà, potranno tornare utili. E’ al Campo Scuola che si comprende veramente che lo Scoutismo è un grande movimento di ispirazione mondiale che non si ferma nel chiuso del proprio gruppo, ma è un corpo sinergico, vitale, allegro e.. mondiale.

Allora, carissimi Capi Scouts, a qualsiasi associazione apparteniate, zaino in spalla! Andate al Campo Scuola della Vostra Associazione! E vedrete che trasformazione, vedrete di quali migliorie potrete beneficiare: vedrete plasmarvi come per magia in veri Capi Scouts! Anche i vostri ragazzi vedranno un cambiamento, vedranno una luce nei vostri occhi, vedranno moltiplicate in voi le capacità, le idee, lo scoutismo puro: non lo dico tanto per dirlo, ma per esperienza vissuta, per vita passata, per amore di scoutismo! Giovani Capi, datemi ascolto e date ascolto ai Capi più anziani di voi!
E a tutti coloro che, magari, hanno raggiunto una certa età e magari pensano che il Campo Scuola non si confaccia più per loro, leggetevi le strofe di questa vecchia canzone: il Campo Scuola è per tutte le età, senza distinzioni!

 

“Io ero lupettino dal naso volto in su, avevo sette anni appena e poco più,

ma ora son cresciuto e lupetto non son più,

degli scouts voglio entrar nella tribù.

VATTI A COLICO A CAMPAR

LA C’E’ SEMPRE QUALCHE COSA DA IMPARAR

Io ero esploratore col giglio sotto il cuor

In ogni branca tecnica mi feci grande onor

Ma ora sono cresciuto e scout non son più

Cosa devo fare dimmelo un po’ tu

VATTI A COLICO A CAMPAR

LA C’E’ SEMPRE QUALCHE COSA DA IMPARAR

Io ero pioniere esperto del mestier

Girando ed esplorando ho visto il mondo inter

Ma ora sono vecchietto non posso più viaggiar

Sto pensando proprio dove posso andar

VATTI A COLICO A CAMPAR

LA C’E’ SEMPRE QUALCHE COSA DA IMPARAR”

 

Ricordate: Campo Scuola è uguale a grande scoutismo. Non perdete questa occasione!

Con amore

Capovaccaio Burbero.

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