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RACCONTI DI ORSO DELL’UMBRIA

da | Gen 7, 2022

QUANDO SI DICE IL CASO…
PRIMO RACCONTO

Proprio nell’anno 1948 era stato mio lupetto, Antonio Baldassarre, un ragazzino che poi avrebbe percorso molta strada nella vita. Dopo alcuni anni di frequenza nel Branco, si era trasferito a Terni con la sua famiglia ed io avevo perso completamente le sue tracce: lo ricordavo come bambino vivace, attento, affezionato ai suoi Capi ed orgoglioso di essere Lupetto.

Ad anni di distanza, molti anni di distanza, me lo vidi comparire davanti in televisione, quando fu eletto il nuovo Presidente della Corte Costituzionale; era proprio lui, il Prof. Antonio Baldassarre, con il volto d’adulto, ma con la stessa identica fisionomia del “lupetto” da me conosciuto.

Alcuni anni or sono, in occasione della modifica di alcune norme del codice di Procedura Penale – ma non sono sicuro dell’oggetto – fu organizzato a Foligno un convegno all’ Hotel della Torre, ed invitato a presiederlo fu proprio Antonio nella sua veste di particolare prestigio.


RACCONTI DI ORSO DELL’UMBRIA:

da una vita vissuta di uno scout…

L’Assemblea era numerosa e notevole la presenza di Magistrati ed Avvocati della Provincia di Perugia e delle sedi giudiziarie limitrofe.

Alla fine della relazione e del conseguente dibattito, Antonio era stato circondato da Autorità locali, dai Giudici del Tribunale e della Corte d’Appello di Perugia.

Mi avvicinai al palco mettendomi buono, buono da una parte in attesa che il Presidente si liberasse dai suoi interlocutori.

Passò un po’ di tempo, ma alla fine Antonio notò che io stavo lì in attesa di lui.

“Desidera parlare con me?” mi chiese al che io risposi andando sul sicuro in quanto a riconoscimento: “Senti, Antonio, come ti debbo chiamare nella tua nuova veste: Presidente, eccellenza o quant’altro?”

Mi fissò con più attenzione ed “Akela!” esclamò a voce alta mentre veniva ad abbracciarmi.

L’episodio in sé stesso ha il valore che può avere un incontro tra vecchi amici anche se di età differente, ma la particolarità è legata al nome di Akela pronunciato dall’ex lupetto di San Carlo (celebre oratorio di Foligno, n.d.r.)

Quel nome insolito e strano attirò l’attenzione di tutte le persone che erano intorno e mi sentii osservato come una bestia rara.

Credo anche di essere diventato rosso in volto, ma Antonio non poteva esprimersi diversamente perché, come detto, non conosceva il mio nome.

Successivamente, a titolo di conoscenza, Baldassarre è stato anche Presidente della RAI TV.

SECONDO RACCONTO

Quanto descritto nell’episodio che segue è praticamente analogo al precedente e può avere come titolo una frase di Baden Powell:

“Nel vostro passaggio in questo mondo,

che ve ne accorgiate o no,

state lasciando dietro di voi una traccia”.

Nell’anno 1992 mio figlio Giorgio, il terzogenito, era stato chiamato alle armi e come Ufficiale di complemento, destinato alla scuola di Bracciano per i primi tre mesi.

Alla fine del corso, come da tradizione, noi genitori eravamo stati invitati alla cerimonia del Giuramento e ci trovammo in molti su di un palco allestito all’interno dell’impianto militare.

Lo speaker di turno, dopo che la truppa si era schierata, annunciò con l’altoparlante l’arrivo del Comandante la scuola, Generale Giulio Fraticelli. Quel nome richiamò ala mia memoria uno scout in gamba ed entusiasta della Squadriglia “Cobra” del Riparto San Carlo che nel 1954 era dovuto andar via da Foligno perché il padre, Comandante dell’allora scuola Ufficiali d’artiglieria nella nostra città, era stato trasferito a Rimini.

Ricordai il pianto dirotto di Giulio che ci lasciava abbracciando Capi ed amici di squadriglia: per non dimenticare gli anni trascorsi al San Carlo gli fu donato un libro per ragazzi con una dedica e le firme di tutti. Alle parole dello speaker mi venne fatto di pensare che quel Giulio Fraticelli poteva essere proprio lui perché probabile “figlio d’arte” avendo scelto la carriera militare come il padre.

Il Generale pronunciò il suo discorso agli allievi schierati ma, contrariamente a quanto accaduto con Antonio Baldassarre, non l’avrei mai riconosciuto perché la sua fisionomia era molto cambiata da quella del ragazzo che io ricordavo.

Finita la cerimonia ed il successivo rinfresco notai che il Generale era a colloquio nel cortile con il Sindaco di Bracciano e relativa consorte, un Ammiraglio ed altri Ufficiali. Mi avvicinai al gruppetto di persone e mi misi da una parte aspettando il momento che Fraticelli si fosse liberato.

Dopo un certo tempo questi si accorse della mia presenza e mi interpellò chiedendomi se ero in attesa di lui.

Andandogli incontro gli dissi: “Mi scusi, Generale, se Lei per caso è il Cobra fedele” della squadriglia Cobra del Riparto Foligno 1 San Carlo, allora ci conosciamo bene..”

Mi guardò fisso e “Akela!” esclamò buttandomi le braccia al collo. Ovviamente quello strano nome – tanto per cambiare – attirò su di me l’attenzione e le curiosità di tutti quelli che stavano intorno con mio grandissimo comprensibile imbarazzo.

Non solo: l’abbraccio del Generale era stato notato da mio figlio e dai commilitoni che erano con lui ed ovviamente gli sfottò nei confronti di Giorgio (copertone, raccomandato…) non finivano mai indipendentemente dal fatto che dopo pochissimi giorni tutti gli allievi avrebbero dovuto raggiungere le varie sedi di destinazione (nel caso di mio figlio, a Verona nei Reparti d’artiglieria Alpina).

Con Giulio parlammo a lungo della nostra vita e, tra l’altro, mi disse d’invitarlo a Foligno in occasione d’incontri fra vecchi scouts perché ricordava sempre, con estremo piacere, la sua esperienza giovanile al San Carlo. Tanto per la cronaca, di recente Fraticelli è stato nominato Capo di Stato Maggiore dell’Esercito e consigliere militare del Segretario della Nazioni Unite.

“IL SUGO DI TUTTA LA STORIA”

Cosa vorremmo dire? Questa forse può essere la domanda di chi legge: cosa si vuol dimostrare? Che solo lo Scoutismo può formare simili persone? Che si è grandi persone solo se si diventa Alti Funzionari dello Stato o Generali?
No, non vogliamo dir questo e nemmeno il nostro amico Mario….
Ma quanta soddisfazione è per un Capo venir rimembrati dopo tanti anni, quanta soddisfazione porta la consapevolezza che nel proprio piccolo si è riusciti ad aiutare la famiglia e la società a formare buoni cittadini e buoni cristiani.. Dei bravi ragazzi!
Quanta soddisfazione sapere che si è riusciti ad applicare il Metodo di B.P.!
Che scintilla d’amore scocca tra due vecchi amici dello stesso Branco, dello stesso Riparto, dopo che non ci si vede per anni! E quanto è strano e naturale che dopo anni il primo argomento sia… “ti ricordi lì, sotto la tenda, sotto un cielo di stelle?”
Quanto è bello infine sapere che “è altrettanto bello sbucciare patate per amore di Dio, che fare delle Cattedrali in nome suo!”
Ci viene sempre in mente quella strofa, quando si parla di fraternità scout: la vita ci può dividere per anni, lustri, decenni… Può capovolgersi il mondo, può cascare il cielo… “Ma noi ci rivedremo ancor, Fratelli, ci rivedremo un dì. arrivederci allor, fratelli, arrivederci si!”

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