“Non vorrei, senza volerlo, aver fatto soffrire qualcuno e, in questi casi, i più generosi.
Se insisto sulla beatitudine della povertà annunciata dal Vangelo non è per far polemica con coloro che anche in nome del Vangelo si battono nella guerriglia per cambiare le cose quando il povero è pesatto, affamato, torturato, avvilito.
Stimo Torres come Che Guevara, come tutti i cristiani che hanno scelto un omaggio la notte per difendere il povero.
Non sono i primi e non saranno nemmeno gli ultimi nella storia, guerre cosiddette “giuste” sono state proposte all’uomo per saziare la sua sete di giustizia.
Perfino S. Tommaso parla della possibilità di dover affrontare una “guerra giusta”.
Ai miei tempi pareva guerra giusta la crociata contro i mussulmani tanto che la stessa Chiesa la promuoveva.
Ai vostri tempi considerate guerra giusta anzi giustissima la guerriglia contro i regimi totalitari, contro le dittature che opprimono i poveri.
Può darsi che avessero ragionei sostenitori delle Crociate dei miei tempi – pensate soltanto alla battaglia di Lepanto – e che abbiano ragione i guerriglieri di oggi.
Non discuto e soprattutto non giudico.
Dico solo che esiste per combattere e vincere un altro metodo – quello della non violenza – che nel Vangelo ha senza dubbio il primato e che, io Francesco, considero più efficace anche se più difficile.
La lotta contro le ingiustizie, i soprusi specie quando si tratta di indifesi, di poveri è fondamentale per il cristiano tanto che non gli è concesso di tacere, di ritirarsi, di disinteressarsi.
Se ha capito, veramente capito, deve offrire se stesso e morire per la giustizia.
Gesù ha fatto così.
Però non è detto che per far cedere l’avversario sia necessario o indispensabile adoperare la spada, il mitra, il carro armato.
La più alta proposta del Vangelo è che io lo posso far cedere col mio amore disarmato, con la mia mano nuda come ha fatto Ghandi, come ha fatto Luther King, come hanno fatto coloro che credono alla non violenza, come ha fatto il Vescovo Romero ai vostri tempi.
Che sublime esempio ha dato quest’uomo disarmato, che parole non ha detto contro i prepotenti che massacrano il suo popolo!
Date a un popolo un manipolo di uomini del genere, date alla Chiesa un pugno di eroi di questa forza e allora capirete che Gesù quando proponeva la non violenza non lo faceva per perdere le battaglie, ma per vincerle e vincerle nell’unico modo degno dell’uomo: senza spargere il sangue degli altri, ma spargendo il proprio.
E’ il principio del “martirio” che non è mai mancato nella Chiesa e che è la più alta testimonianza che l’uomo può dare sulla terra.
Più in là non si può andare.”
“ io, Francesco” – di Carlo Carretto – 1980.
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