DAI SIMBOLI SCOUT UNA CATECHESI PER L/C,G/E ED R/S.
L’uscita di un libro di Pranzini-Settineri (“SIMBOLISMO SCOUT – ED.SCOUT-NUOVA FIORDALISO- ROMA 2002,PAG.174, EURO:10,00) offre la possibilità di preparare una catechesi incentrata sui valori trasmessi dai simboli, quelli che sono certamente la parte più appariscente dello scautismo.
Che si parta dai simboli per fare catechesi non è una novità: si pensi a quale mole di annunci educativi si estrae dalla liturgia: la S.Messa è una cena che si ripete conservando alcuni elementi perenni(paramenti,tavola,tovaglie,pane, vino, lezionario, scambio della pace,luci, fiori,musica……); l’immagine classica di una chiesa con il campanile evoca l’idea della casa con una proiezione verso il cielo. A Natale gli elementi simbolici abbondano; a Pasqua ugualmente;per Pentecoste l’idea evocata è quella del fuoco e dello spirito.
La chiesa cattolica detiene certamente il primato dei simbolismi sparsi ovunque:processioni ,cellette,croci,santuari,statue,incontri con il Papa; lo stesso modo di vestire del clero è evocativo di simbologie molteplici.
Fare catechesi usando il simbolismo scout può essere il modo più diretto per ricordare agli aderenti che la loro vita deve essere un messaggio chiaro annunciato da chi intende stare nel mondo in un certo modo.
Il metodo seguito è il seguente:
1)Presentazione del simbolo con un disegno opportunamente ingrandito.
2)Rimando al commento tratto dal libro sopra citato.
3)Citazione da un testo biblico ( o simile).
4) Eventuale citazione da BP
Ogni incontro consta di :
a)Un testo-base uguale per tutti.
b)Tre commenti diversificati a seconda dell’uditorio che si ha davanti:L/C,G/E,R/S.
Avrei piacere di sapere come si evolve l’esperienza nel caso che si utilizzassero questi schemi.
Don Romano Nicolini – Viale Gramsci,39 – 47838 RICCIONE (Rimini)
Tel. 0541 606577 E-mail: rcnico@tin.it
1) Oggi ci fermiamo a riflettere sulla UNIFORME SCOUT.
2) E’ incredibile che una associazione giovanile grande come lo Scautismo (più di 30 milioni di iscritti) sia così unita nella scelta di conservare una uniforme che si riconosce da lontano in maniera tale che nessuno abbia il minimo dubbio.
3) Perché? Certamente perché Baden Powell (1957-1941) – detto BP – il fondatore, era un militare. Forse anche perché esigeva che chi veniva dietro a lui facesse sapere subito a tutti da che parte voleva stare per cambiare il mondo.
4) A pagine 102 del libro di Pranzini-Settineri c’è la spiegazione di BP. Leggiamola.
5) Anche nella Bibbia si parla molto spesso della veste che non deve essere un semplice ornamento ma il segno di un impegno serio.
6) Leggiamo ora dalla Lettera di San Paolo agli Efesìni cosa si dice a proposito della importanza di indossare una veste : Cap. 6,dal versetto 11 al versetto 20.
COMMENTO CON LA BRANCA L/C
1) Noi lupetti indossiamo una “pelliccia” piena di simboli. Ognuno dica se gli piace e cosa gli viene in mente quando la indossa. Quando siete pronti,scrivete su un foglietto il vostro pensiero che poi,letto a voce alta, si appende vicino al disegno esposto.
2) Adesso che sappiamo cosa vuol dire indossare una pelliccia , decidiamo insieme cosa vogliamo fare per farle onore. L’impegno comune preso lo scriviamo qui sul foglio.
COMMENTO PER LA BRANCA G/E.
1) Chi di voi ha indossato l’uniforme da lupetto e chi dopo,in reparto?
2) Che cosa dicono i vostri amici quando vi vedono in uniforme? Cosa dicono i genitori e gli insegnanti?
3) Cosa vi sembra che serva una uniforme oggi? Analizziamo tre categorie: i vigili del fuoco, i militari,gli incaricati della sanità:vi sembra che una uniforme chiaramente riconoscibile sia importante? Se sì, che cosa può venire in mente ad un osservatore imparziale che guarda gli scouts?
4) Sistemiamo nel migliore dei modi la nostra uniforme e pensando ad essa , con fierezza, recitiamo il Padre Nostro: è il modo più visibile per ricordare a noi ed agli altri che,uniti, si può realizzare un mondo veramente rappacificato:
COMMENTO PER LA BRANCA R/S.
1) Evidentemente una uniforme esteriore non è essenziale per conoscere una persona. Tuttavia, se facciamo mente locale a chi la porta, ci accorgiamo che abbiamo delle attese chiarissime: se vengono deluse, ci irritiamo. Pensiamo a cosa diremmo se ,entrati in un ospedale e vedendo una persona con il camice bianco, la vedessimo maltrattare un degente.
2) Da quando indossiamo la uniforme scout possono essere trascorsi molti anni:una volta,da piccoli, forse non facevamo caso alle aspettative che suscitavamo andando in giro con la uniforme. Oggi cosa riteniamo che il mondo si attenda dagli scouts?E’ sempre accaduto che,quando ci sono delle calamità naturali ,la gente più debole e povera abbia fatto ricorso agli scouts come all’ultima speranza.Questo è un fatto costante che ci fa onore.
3) Oggi, cosa significa essere di sostegno alla gente nella quotidianità della vita,nel susseguirsi di fatti ordinari? Possiamo compiere una scelta di clan per far sapere alla gente più povera che noi non ci vogliamo tirare indietro se chiedono un aiuto?
1) Oggi soffermiamoci a riflettere sui due simboli dello scautismo mondiale: il GIGLIO e il TRIFOGLIO.
2) Come si sa,essi sono lo stemma di riconoscimento del ramo maschile e di quello femminile.
3) Alle pagine 49-50 del libro citato vengono descritte le motivazioni per le quali il giglio è entrato nel simbolismo mondiale e poi ,per opera di BP(Scautismo per ragazzi,pag.52) nello scautismo. Leggiamo queste due pagine.
4) Nella Bibbia si parla del giglio nel Cantico dei cantici dove sono l’emblema della bellezza e della fertilità. Nel vangelo di San Matteo,al cap.6,28-34 Gesù invita a guardare i gigli dei campi che sono un capolavoro di bellezza ma non seminano e non mietono, cioè non si affannano per il domani.
5) Molti santi sono dipinti con il giglio in mano, a richiamo della loro purezza e semplicità:la Madonna,Santa Chiara da Assisi, S.Antonio da Padova,San Luigi Gonzaga, Santa Maria Goretti …….. e tanti altri testimoni di questa capacità di saper vincere e dominare i propri istinti,anche in un mondo che non offre nessun aiuto.
6) E’ triste dover vedere come si prende in giro colui o colei che cerca di vivere la propria gioia non usando termini volgari,il turpiloquio,gli accenni furbeschi ma un parlare ed un agire pulito,semplice, luminoso. Il vangelo dice :”Il vostro parlare sia sì-sì e no-no : tutto il resto viene dal demonio”.
COMMENTO PER LA BRANCA L/C.
1) Dove e quando cresce di solito il giglio?
2) Perché BP lo ha scelto?
3) C’è un fiore sulle montagne che può dare la impressione di assomigliare al giglio? Ha un nome tedesco “Edelweiss”che significa:…………………..
C’è un famoso canto scout che dice: “Il più bel fiorellin del bosco – è certo l’edelweiss”. Lo impariamo?
9) Piantiamo un fiore in un vasetto con il nostro nome: esso ci ricorderà ,col passare del tempo, che dobbiamo prendere sul serio il nostro servizio scout rivolto agli altri bambini: essere gli animatori dei loro giochi e della loro crescita nella bontà.Ognuno scriva sopra un foglio da collocare vicino al fiore l’impegno che vuole prendere per attirare altri bambini alla Chiesa ed alla bontà.
COMMENTO PER LA BRANCA G/E.
10) Quale punto della Legge scout è richiamato dal simbolo del giglio e del trifoglio?
11) Nel nostro modo di fare quotidiano ci sono parole, gesti, atteggiamenti che possono essere in contrasto con lo spirito e la lettera dei valori simboleggiati dal giglio?
12) Il nostro saluto scout riprende l’immagine del giglio: facciamolo ora con calma davanti al guidone di reparto per ricordare a noi stessi ed agli altri che lo vogliamo prendere sul serio.
13)Cantiamo il canto della Promessa tenendo ben in vista la mano destra che espone il simbolo del giglio scout:
COMMENTO PER LA BRANCA R/S.
1) Come ogni simbolo,anche il giglio può dire niente a chi vuole. Chi invece lo prende sul serio sa che nello scautismo tutto quanto è un “gioco serio” ,si cerca di concretizzare cioè un insieme di scelte che nessuno ci impone ma che sono esigiti dalla nostra coscienza.
Pensando al giglio scout ed al saluto che facciamo con tanta naturalezza, cosa vogliamo dedurre nei riguardi della capacità dell’autocontrollo dei propri istinti?
E’ vero che nel mondo sempre e comunque tutti si lasciano andare ad ogni sregolatezza?
E’ vero che chi vive nella “deregulation” (sregolatezza) si guadagna una vita piena di soddisfazioni? E’ pensabile che un amore vissuto secondo le regole dettate dalla Chiesa ( e da qualsiasi genitore di buon senso) possa essere incentivato a crescere in maniera esponenziale ?
2) Incontriamoci con una coppia di sposi scout ancora in giovane età e facciamoci dire da loro cosa ne pensano della fedeltà coniugale,del divorzio ecc..
(3)
Oggi ci soffermiamo a riflettere sul simbolo del FAZZOLETTONE.
1)Come si sa,anche il fazzolettone scout è preso dalla uniforme della polizia sudafricana.
Se ne parla in Scautismo per ragazzi a pag. 56 e nel libro di Pranzini-Settineri a pag.102-105.
2) Tutti quanti noi, più o meno recentemente,abbiamo vissuto l’emozionante cerimonia della investitura del fazzolettone. E’ quasi impossibile che si dimentichi il giorno e la località in cui esso ci è stato imposto. Il motivo è semplice: quel giorno abbiamo fatto la Promessa Scout e ci è stato detto: Da questo momento tu entri a far parte della grande famiglia degli scouts.
Come si sa, la Promessa scout non termina mai e il fazzolettone lo si porta solo dopo che si è data la Promessa.
La grande famiglia degli scouts consta di almeno 30 milioni di fratelli ed oltre 300 milioni di persone – dal 1907 in poi – hanno potuto dire con orgoglio ,dal 1908 in poi:”Io sono scout”.
3) Nella Bibbia c’è un momento in cui una persona riceve una investitura solenne,anche se provvisoriamente non indossa alcuna insegna del suo potere: è Davide,pastorello semplice e buono,che viene unto dal profeta Samuele come futuro re di Israele.
Ricevuta la consacrazione Davide ritorna simpaticamente a pascolare le sue pecore giocando con esse e suonando il flauto con grande maestria. Prima che possa salire veramente sul trono dovrà attendere un tempo lunghissimo e sopportare enormi persecuzioni inflitte da Saul,re in carica, che non può sopportare la concorrenza di un ragazzo così semplice.
Leggiamo il brano :1° libro di Samuele 16,1-13.
COMMENTO PER LA BRANCA L/C.
4) Dando la Promessa dei lupetti,ci siamo impegnati a fare del nostro meglio per vivere la Legge della Giungla ed abbiamo indossato il fazzolettone con i colori del nostro gruppo.
Che significato possiamo dare ai colori? Per esempio: il colore rosso può significare lo spirito di sacrificio; il colore azzurro può farci ricordare la lealtà;…………….
5) Costruiamo un angolo da sistemare in camera,con il permesso dei genitori: in esso collocheremo una immagine sacra,appenderemo il fazzolettone e il berrettino da lupetto. Se si vede bene, possiamo dire agli amici che vengono da noi ed alle amiche della mamma (invidiosissime con lei perché ha un figlio o una figlia scout),chi siamo e cosa vogliamo ottenere.
6) Impariamo a recitare le nostre preghiere davanti all’angolo da soli o assieme ai nostri famigliari.
COMMENTO PER LA BRANCA G/E.
7) Qualcuno di noi ha dato la Promessa da lupetto ed altri sono entrati dopo. Che differenza c’è le due promesse?
1) Adesso siamo più grandi ed evidentemente vediamo le cose in maniera più completa: la Promessa scout simboleggiata dal fazzolettone è qualcosa di pesante o è una strada di libertà?Dove troviamo che essa ci pesa e dove avvertiamo che ci fa vivere liberi?
2) Ci sembra che con il fazzolettone addosso ci comportiamo diversamente?Se sì,è bene metterlo più spesso o no?
COMMENTO PER LA BRANCA R/S.
1) Quando siamo in Clan la possibilità di usare il fazzolettone della Promessa ci aiuta a camminare di più o no?
2) C’è un modo vero per essere persone nuove , cioè coerenti con la Promessa, quando siamo a scuola o nel mondo? In che cosa davvero siamo nuovi per gli altri?
3) Nella occasione di routes o servizi vari riteniamo che il fazzolettone sia un aiuto a garantire la serietà del nostro operato?
Oggi ci soffermiamo a riflettere sul simbolo della TENDA e della VITA ALL’APERTO.
2) Quando si parla di scouts, ogni volta viene in mente che essi vadano o vivano all’aperto, a contatto con la natura e vivendo sotto una tenda.
3) BP ha preso questa usanza quasi certamente in maniera spontanea dalla usanza tipica di ogni esercito coloniale. Per lui la vita sotto la tenda è stata quasi la normalità.
4) A pagina 132 del libro citato si parla del perché si usa ancora con tanta facilità la tenda.Nella stessa pagina, in un riquadro, si riportano le ragioni spirituali di questa scelta.
5) Nella Bibbia vediamo che il tempo passato dal popolo eletto sotto le tende si prolunga addirittura per 40 anni nel deserto del Sinai. Perché? Ogni volta che ci si ferma si propende a credere che le cose non debbano mai cambiare, che i confini delle nostre proprietà e competenze sono invalicabili, che nessuno ha diritto di mettere il naso nelle cose che facciamo.
6) Leggiamo da Esodo 33, 7-11:La tenda di Mosè.
7) Nella vita è facile dimenticarsi che “abitiamo sotto una tenda”, che non abbiamo qui una dimora stabile, che tutto è provvisorio: se ci si ricorda della tenda e della vita all’aperto è più spontaneo pensare che tutte le nostre doti non ci appartengono ma che vanno messe al servizio degli altri.
COMMENTO PER LA BRANCA L/C.
1) Quando è capitato che abbiamo passato la prima notte fuori casa?
2) E’ vero che quando siamo in uscita o nelle vacanze di Branco siamo portati a volerci più bene e ad aiutarci di più?
3) Tutti i bambini del mondo hanno una casa?Cosa possiamo fare perché la abbiano?
COMMENTO PER LA BRANCA G/E.
1) Se abbiamo già fatto la esperienza di dormire sotto una tenda,è vero che ti senti più vicino s lla natura ed agli altri?
2) Cosa pensiamo quando abbiamo visto una “città di tende” completa di angoli di cucina, lavabi, tende di cambusa, direzione,cappella,portale? Ci è sembrato di vedere come dovrebbe essere la città degli uomini:essenziale, allegra,rispettosa della natura?
3) La tenda e la vita a contatto con la natura invitano a sentirsi più vicini a Dio?
COMMENTO PER LA BRANCA R/S.
1) Se abbiamo trascorso del tempo in una tendina,ci sembra che abbiamo dato prova di coraggio e di critica alla società dei consumi?
2) Quale può essere il messaggio da dare alla nostra società quando pensiamo al contatto con la natura?
3) Possiamo dire di aver sperimentato la presenza di Dio quando,da soli con la nostra tendina, abbiamo trascorso lunghi momenti di silenzio?