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L’OPERA DEGLI SCOUTS IN SOCCORSO ALLE VITTIME DEL VAJONT

da | Gen 7, 2022

A Cadola, ove la furia delle acque aveva sconvolto una vastissima zona, e le locali squadre di volontari per il ricupero delle salme e la riattivazione delle strade erano allo stremo delle forze, la mattina dell’11 ottobre comparivano due giovani scouts (esploratori cattolici) di Bologna con una macchina zeppa di indumenti e di medicinali. Chiesero di prestare opera di soccorso.

Si misero al lavoro aiutando ad estrarre dal fiume le salme. Subito dopo arrivavano altri tre gruppi scoutistici: il Clan «La Quercia» di Treviso II, il Clan «N. S. La Strada» di Treviso I, il Clan di Bassano del Grappa.

Il giorno 12 raggiungevano Cadola altri scouts: 10 rovers di Mestre e 10 di Conegliano. I vari gruppi erano guidati dal signori Gino Piazza, ingegner Giorgio Pizzinato e dall’Assistente Ecclesiastico don Angelo Martini di Treviso. Tutti erano equipaggiati per l’opera di soccorso. Erano giovani dal 17 ai 25 anni.

Tutta la popolazione li ha visti e ammirati nella pietosa opera. Umili, disciplinativi rispettosi, instancabili: chi nella ricerca delle salme, chi nel trasporto dal cimitero, nel lavaggio, nella composizione nelle casse con una delicatezza, vorrei dire moderna, chi nell’accompagnare parenti o conoscenti di bara in bara per aiutarli nella pietosa opera di riconoscimento, chi nel vestire le salme e comporle nelle bare, che esprimeva tutto l’amore fraterno che dentro li animava.

 

L’OPERA DEGLI SCOUTS IN SOCCORSO ALLE VITTIME DEL VAJONT

 

Un gruppo non ha mai abbandonato le salme neppure la notte. Sembravano anziani nel pietoso Incarico e non giovani studenti od operai, frutto di una diligente e tenace educazione ad ogni forma di bene. Quando se ne sono partiti, ad opera compiuta, a chi li ringraziava con viva commozione, sembravano confusi e rispondevano: siamo noi che dobbiamo ringraziarvi. Silenziosi e disciplinati, quasi pudichi, se ne sono andati come erano venuti. Abbiamo poi saputo che avevano semplicemente portato le tende a Claut e Cimolais, ove ancora sono, per portare assistenza e conforto ai superstiti di Casso, Erto, S. Martino colà raccolti. La stessa assistenza con il medesimo ardore e disciplina hanno operato: a Mel il reparto scoutista di Mel, guidato dal capo reparto Galvagni Veniero, che assistè il medico di condotta nel lavaggio delle salme; nel cimitero di Fortogna sei scouts di Belluno, sette di Mel, quattro di Feltre, diciannove dell’Umbria, due di Mestre, dieci di Milano ed uno franco-israelita che hanno assistito anche gli specialisti jugoslavi nel lavaggio delle salme e nella sepoltura dei feretri, riscuotendo l’ammirazione ed il plauso degli jugoslavi e degli inglesi, giunti per portare soccorso. La grande stampa non si è accorta di questi veramente distinti soccorritori, ma l’opera loro che come dichiara il Sindaco di Ponte nelle Alpi – «è stata esemplare, ammirata e utilissima» rimarrà nella memoria e nella riconoscenza commossa di tutte le nostre popolazioni.

Tratto da:”L’Amico del Popolo” – Sabato 26 Ottobre 1963

P.S.: Nel BLOG di GIUNGLASILENTE, al link “Ottobre 2006”, c’è di tutto e di più sulla tragedia del Vajont e sull’opera degli scouts.

 

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