Sulla scia della Tradizione e della storia scout, riportiamo un bellissimo racconto tratto da un ingiallito numero 1 anno III de "Lo Scout Italiano" del 15 Gennaio 1922!
Lui non ci aveva colpa. Se gli specialisti cuochi se ne facevano una reclame al campo. se i lupetti (e anche qualche lupo) facevano assegnamento su di lui per i lavori più gravosi. se tutti gli volevano bene e lo chiamavano il "papà" perché; grande e grosso e forte come un torello. E la simpatia di tutti se la meritava; tanto più che egli sapeva fare di quelle giustizie sommarie che tanto piacciono ai giovani, anche se esploratori.
Sulla piazza poche persone, presso il marciapiede, e più discosto un gruppetto altercante.
Due zerbinotti con tanto di bastoncino, alti alti e stecchiti che parevano bastoni vestiti e impomatati, facevano sfoggio di tutta la loro baldanza con un ragazzetto che appena arrivava al loro fianco.
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DIETRO FRONT! |
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Che c'era stato? Il provocatore, il colpevole, chi era? I giovincelli o il ragazzo?
Non se ne seppe nulla. Questo era certo: che i due giovinotti abusavano della loro forza contro un ragazzo debole e solo. Lo stuzzicavano, lo bistrattavano a parole, lo malmenavano a spintoni, a pugni lo facevano ruzzolare, se lo passavano come una palla. Il malcapitato tentava invano di resistere, di ribellarsi a tanta vigliaccheria; tentò anche di fuggire con mossa improvvisa, ma inciampò e i due gli furono addosso. Esasperato, disperato della sua stessa impotenza cercò di armarsi di una pietra, ma ebbe la peggio; né; i due messeri pareva intendessero smettere il facile spasso. Il nostro "papà" passava; lui buono, lui generoso, lui compassionevole e protettore dei deboli come esploratore e come capo squadriglia per giunta, sentì ribollirsi il sangue nelle vene. Vide da lontano, studiò il caso avvicinandosi, poi si rivolse difilato verso i due. Affrontò il primo, e, senza dir verbo, gli assestò un pugno sul collo, a sinistra, poi un altro a destra, e di nuovo a sinistra col movimento di chi faccia esercizi ginnastici. Quello stenterello, buono solo a battere i deboli, tentennò e mal reggendosi in piedi se ne stette tutto rimminchionito, mentre il compagno subiva la stessa sorte. Un applauso salutò il liberatore: era la approvazione della folla frattanto adunatasi. Il ragazzo se la svignò dopo aver con una occhiata goduto del suo insperato trionfo. I due si rassettarono, allontanandosi con forzata degnazione, e solo già parecchio distanti si volsero a imprecare e brontolare, ma così tra i denti, non troppo forte, che non toccasse loro qualcosa di altro. E i due conoscevano il nostro esploratore. Qualche giornata di campo. Che festa!... Le tende sono piantate, ma il fotografo non è contento: gli manca la camera oscura per l'immediato sviluppo delle fotografie. E allora ognuno si avvia al bosco vicino in cerca di materiali adatti. Il nostro "papà" si è assunto l'impegno di riportare tutta la travatura occorrente allo scheletro della capanna. Egli è solo ora, e lontano parecchio. E d'improvviso si trova circondato da quattro visi sogghignanti. "Ci sei, ora!" Gli avevano teso un agguato: erano i due disgraziati che avevano assaggiati i suoi pugni, e due altri loro degni compari, chiamati prudentemente in aiuto nella losca bisogna. Prima ch'egli avesse il tempo, non che di difendersi, anche solo di avvertire interamente il pericolo, se li sentì addosso con la furia del pauroso che sente di dover vendicare lo spavento provato. Erano in quattro: in breve ebbero ragione della sua resistenza; lo inchiodarono a ridosso di un cespuglio, sfogando la loro malvagità con insulti e percosse. Riuscirono a legarlo e a tappargli la bocca: temevano i valorosi che giungesse qualcuno in suo soccorso. "Ora ti daremo un ricordo!..." sghignazzarono. Ma.. Un lupetto s'era cacciato egli pure nel folto della boscaglia: vagava lieto come un passero di radura, felice di quella vita all'aria aperta, saltava e s'arrampicava come uno scoiattolo or qua or là, più preoccupato di godere di quella nuova vita che di procacciare materiale al fotografo. Si fermò presso un formicaio in gran movimento: "Qui ci sono delle osservazioni da fare - pensò - non bisogna che l'occasione mi sfugga". La cosa era interessantissima. Ma che avveniva, dunque, poco lungi di lì? Rumore di gente in colluttazione, voci concitate, maledizioni, bestemmie? S'appoggiò un poco spiando e poi avanzò con precauzione per iscoprire terreno. Vide. Avrebbe voluto precipitarsi al soccorso del suo buon amico.. Ma il bravo lupetto era riflessivo: un soccorso ci voleva, ma valido. Buttò quanto aveva raccolto, si orientò un istante, e poi via di corsa. Si graffiò nei cespugli, inciampò, cadde; traversando un fosso troppo largo per lui ci prese bagno. Comparve in vista del campo bagnato e infangato, ansante; coi segni più che con le parole si spegò. Non eran presenti che un sottocapo e una decina di compagni. Potevano bastare: in un attimo furono pronti e sparirono tra gli alberi. Quale ricordo volevano quei disgraziati lasciare al bravo nostro esploratore? Certamente un ben triste ricordo, se doveva esser degno della loro anima abietta. Dopo che l'ebbero legato confabularono e poi s'apprestarono a compiere la loro vendetta. Ma allora un fischio potente ruppe la quiete del bosco e, di tra gli alberi, sbucarono dei bastoni e dietro ad essi gli esploratori. I vili allibirono, si guardarono attorno smarriti: non c'era via di scampo. I nostri, ingrossate le loro fila di parecchie unità, trovate lungo il cammino, ora si stringevano loro addosso, alzando i terribili bastoni in tutte le posizioni atte a colpire. In un attimo il capo squadriglia fu slegato, poi si attesero i suoi ordini. Egli squadrò sorridendo i vili aggressori: li vide cercare con occhi ansiosi una via d'uscita, li vide con la paura dipinta nel pallore del volto. Si volse ai compagni: "Usare la forza contro i più deboli è vile; noi però abbiamo pieno diritto di far giustizia, di dar loro una buona lezione. un ricordo!" I quattro ebbero un moto di paura che fece ridere tutti di compassione. "Ma l'esploratore è generoso - aggiunse il capo rivolto ai quattro - e ci contentiamo di avvisarvi di non ripeter la prova.." E rivolto di nuovo agli esploratori: "tutti al campo..dietro.front!" |